Hai perso il lavoro e non sai come richiedere la disoccupazione 2020? Capita a tutti, ma per fortuna non è difficile fare la domanda di disoccupazione, quello che verrà spiegato in questo articolo. Prima cerchiamo di capire che cos’è la domanda di disoccupazione.
Creata per sostenere quelli che involontariamente hanno cessato un rapporto di lavoro (in parole povere, sono rimasti disoccupati), e, riconosciuta dallo Stato tramite l’INPS, la disoccupazione è un’indennità che lo Stato garantisce ai disoccupati per un periodo limitato, per sostenerli in attesa che trovino un’altra occupazione.
Semplificando, la disoccupazione, anche conosciuta dal 2015 come Naspi, è un aiuto economico che viene dato in forma di pagamenti mensili alle persone che hanno perso il lavoro, in particolare ai lavoratori con rapporto di lavoro subordinato. La domanda di disoccupazione online può essere fatta facilmente con la presentazione dei documenti necessari, che andremo a vedere in questo articolo.
Dopo la perdita di un lavoro è normale che uno rimanga apprensivo e si ponga delle domande come a chi spetta la disoccupazione, dopo quanti mesi di lavoro mi spetta la disoccupazione e quella che impone più dubbi; se mi licenzio, mi spetta la disoccupazione?
E poi una volta fatta la richiesta, quando dura? E come si calcola la disoccupazione?
Approfondiremo tutte queste questione e anche per chi lavora in agricoltura, come funziona la disoccupazione agricola.
- Come Richiedere La Disoccupazione 2020
- A Chi Spetta La Disoccupazione
- Se Mi Licenzio, Mi Spetta?
- Come Si Calcola La Disoccupazione

Come Richiedere La Disoccupazione 2020
La domanda per la disoccupazione deve essere fatta entro 68 giorni a decorrere dal termino del rapporto di lavoro oppure dal trentottesimo giorno dopo la data di cessazione, in caso di licenziamento per giusta causa.
I requisiti per fare la domanda di disoccupazione sono:
- essere un ex lavoratore, attualmente nello stato di disoccupato, cioè, senza lavoro.
- avere avuto, durante i quattro anni precedenti al licenziamento, almeno tredici settimane di contribuzione versata.
- aver lavorato effettivamente almeno trenta giorni durante i dodici mesi precedenti alla disoccupazione.
- essere stato licenziato involontariamente, ossia, non per richiesta del lavoratore, o essere stato congedato dal lavoro causa maternità, trasferimento della sede di lavoro (con distanza maggiore di 50 chilometri), licenziamento per giusta causa oppure licenziamento consensuale.
- aver fatto immediatamente, subito dopo il licenziamento la DID (Dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro) in un centro per l’impiego. L’obbligo della DID può essere soddisfatto presentando la domanda di disoccupazione NASpI all’INPS.
- Dopo aver fatto la domanda, il lavoratore deve presentarsi entro 15 giorni in un centro per l’impiego.
Domanda Di Disoccupazione Online
La domanda deve essere presentata all’INPS esclusivamente online, per via telematica, attraverso;
- Portale web dell’Inps, utilizzando il PIN dispositivo o una identità SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) o la Carta Nazionale dei Servizi (CNS).

Questa è la soluzione più facile e veloce. Vi spiego come si fa: Sul sito dell’INPS, dopo aver fatto il login, dovete selezionare l’invio domande di prestazioni a sostegno del reddito, andare sulla voce NASpI – indennità NaspI – e poi invio domanda.
Attenzione, controllate tutti i dati inserite prima di inviare la vostra domanda.
- Presso gli Enti di Patronato di persona o attraverso i servizi telematici offerti dagli stessi.
- Tramite il contact Center INPS Inail, chiamando il numero gratuito 803 164 da rete fissa oppure il numero 06 164 164 da rete mobile.
Documenti necessari
- Carta d’identità o documento di riconoscimento valido;
- Copia del contratto di lavoro;
- Modello SR163, devidamente compilato (vedere immagine di esempio sotto del modulo da compilare).
- Per i disoccupati stranieri verrà richiesto anche il permesso di soggiorno e un indirizzo abitativo.

A Chi Spetta La Disoccupazione
Possono fare la richiesta di disoccupazione i seguenti lavoratori:
- Lavoratori con contratto di apprendistato;
- Dipendenti della pubblica amministrazione con un contratto a tempo determinato;
- Personale artistico se con contratto subordinato a tempo determinato;
- Soci lavoratori di cooperative con un rapporto di lavoro subordinato.
Potranno fare la domanda di disoccupazione anche:
- Lavoratrici madri obbligate a presentare le dimissioni durante il periodo tutelato dalla maternità;
- Lavoratori che sono stati licenziati per giusta causa.
Dopo quanti mesi di lavoro mi spetta la disoccupazione?
Come abbiamo già detto prima, per ricevere la disoccupazione il lavoratore deve aver lavorato per almeno tredici mesi negli ultimi 4 anni e 30 giorni effettivi nei 12 mesi che precedono il termine del rapporto.
Ossia, possono essere considerati nel calcolo i mesi di lavoro svolto in mesi e attività diverse, contanto che non siano già conteggiati ad altre richieste di indennità per la disoccupazione.
Se Mi Licenzio, Mi Spetta?
Anche qua sono in tanti i lavoratori che hanno questo dubbio.
Ci sono due scenari per quando un lavoratore si licenza, il quale è importante capire, perché in solo uno di questi casi il lavoratore ha diritto all’assegno di disoccupazione.
Quando un lavoratore si dimette (modo più corretto di dire), e le sue motivazioni sono di carattere personale, oppure per un cambio lavoro per esempio, il lavoratore non ha diritto alla disoccupazione.
Nel caso invece, il lavoratore si dimette per giusta causa, dalla parte della azienda, avrà diritto all’indennità di disoccupazione.
Vi spiego meglio; quando il lavoratore si dimette, ha diritto alla disoccupazione quando è obbligato a dimettersi per non subire un’ingiustizia, o quando non è più possibile il rapporto di lavoro perché il lavoratore è in una condizione pregiudizievole.
Gli esempi più comuni di questi casi sono: mancato o ritardo dei pagamenti degli stipendi o retribuzioni, molestie sessuali dal datore di lavoro nei confronti del lavoratore, assegnazione di mansioni inferiori o anche nel non assegnare alcuna mansione rispetto alla qualifica del lavoratore per cui è stato assunto (demansionamento), mobbing/bossing, omissione dei versamenti dei contributi, spostamento del lavoratore da una sede in assenza di comprovate ragioni tecniche, organizzative e produttive, comportamento ingiurioso del superiore, ed altri comportamenti che pone il lavoratore in una condizione di inferiorità e ingiustizia.
Casi come questi sono conosciuti come licenziamenti per giusta causa ed entrano nell’elenco di a chi spetta la disoccupazione.
Disoccupazione Agricola
Gli operai che lavorano in agricoltura hanno diritto a la disoccupazione agricola se iscritti negli elenchi nominativi dei lavoratori agricoli.
La domanda deve essera fatta usando gli stessi canali già menzionati prima (portale web INPS, attraverso i servizi telematici degli enti di patronato, tramite Contact Center).
La presentazione della domanda invece, deve essere fatta entro il 31 marzo dell’anno successivo a quello in cui si è verificata la disoccupazione.
Quelli che possono fare la domanda per la disoccupazione sono:
- Gli operai agricoli a tempo determinato;
- I piccoli coloni;
- Compartecipanti familiari;
- I piccoli coltivatori diretti che integrano fino a 51 le giornate di iscrizione negli elenchi nominativi mediante versamenti volontari;
- Operai agricoli a tempo indeterminato che lavorano per parte dell’anno.
Come Si Calcola La Disoccupazione
Come fare i conti e capire come si calcola la disoccupazione che mi spetta?
La disoccupazione viene calcolata sulla base della retribuzione media mensile imponibile ai fini previdenziali degli ultimi 4 anni, divisa per il totale delle settimane di contribuzione e moltiplicata per il coefficiente numerico 4,33.
Se l’importo da questo calcolo risulta in meno di 1.227,55 Euro, che è l’importo di riferimento per il 2020, il lavoratore ha diritto da una indennità di disoccupazione pari al 75% della retribuzione media mensile. Nel caso l’importo da questo calcolo risulta in una cifra più alta di 1.227,55 Euro, la prestazione viene calcolata sommando al 75% il 25% della differenza tra la retribuzione mensile e 1.227,55 Euro. Il contributo economico ricevuto dai beneficiari della non può comunque superare i 1.335,40 Euro mensili e viene ridotto del 3% al mese a partire dal quarto mese di erogazione in poi.
Ecco in riassunto di come si fa il calcolo della disoccupazione nell’immagine sotto:

Quanto dura?
Infine, quanto dura la disoccupazione? Cioè, il beneficio, in questo caso chiamato Naspi, verrà erogato per quanto tempo?
La durata dell’assegno di disoccupazione 2020 dipende dalla storia contributiva del lavoratore, in ogni caso non possono superare i due anni.
In particolare la durata massima è pari alla metà delle settimane coperte da contribuzione nei quattro anni precedenti il giorno di perdita del lavoro.
La Naspi, come ogni altro tipo di contributo per la disoccupazione, termina quando il lavoratore ha percepito le giornate d’indennità che gli spettano, comincia un nuovo lavoro, non compare più nelle liste di disoccupazione o diventa titolare di pensione.
Prima di finire, vi informo anche altri due punti importanti; la sospensione e/o riduzione del beneficio di disoccupazione.
La sospensione o riduzione invece dell’indennità avviene in diverse situazione. La più comune e ovvia è quando il disoccupato trova un lavoro con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato di durata non superiore a sei mesi. In questo caso la NASpI è sospesa e poi si riprende al termine del contratto per il periodo residuo spettante.
Ci sono poi i casi in cui occorre la riduzione dell’indennità di disoccupazione, sono queste: quando il beneficiario inizia a svolgere un lavoro di forma autonoma, o, subordinato da cui derivi un reddito minore del limite di conservazione dello stato di disoccupazione.
Per il primo caso, il lavoratore non deve fornire una comunicazione in quanto la sospensione opera d’ufficio sulla base delle comunicazioni obbligatorie.
Già nel secondo caso, la persona deve comunicare all’INPS obbligatoriamente entro un mese, dall’inizio dell’attività lavorativa, il reddito derivante dell’attività e il beneficio viene così ridotto di un importo pari all’80% dei redditi presunti, al tempo che intercorre tra le date di inizio e fine attività.